sabato 26 dicembre 2015

Federer , un e-book spiega perchè è il più grande di sempre

Federer , il più grande di sempre




Roger Federer , perché è il più grande, è l'e-book scritto da Roberto D'Ingiullo e pubblicato da Area51 Publishing, in cui si analizzano i motivi per cui il campione svizzero può essere considerato il miglior tennista di sempre. Nella prima parte vengono osservati con rigore i parametri assoluti che dovrebbero determinare chi è il GOAT (Greatest Over All Time): vittorie, apice, continuità, stile, atteggiamento. In una sorta di gioco a eliminazione tutti i giganti della racchetta vengono osservati e si giunge alla conclusione: se non è Roger Federer il più grande di sempre, allora chi?
La seconda parte del libro è più "leggera" e riporta curiosità, aneddoti e ironie sul campione.

Di seguito riportiamo alcuni passi del libro



Ci sono principalmente tre domande che sembrano destinate a rimanere senza risposta. Qual è il senso della vita? Perché è scientificamente valida la legge di Murphy per cui se una fetta imburrata si rovescia su un vestito o un tappeto, cade inesorabilmente dalla parte del burro? Chi è il più grande campione sportivo di ogni epoca? Le prime due questioni ci appaiono obiettivamente troppo impegnative e pertanto ci concentreremo sulla terza, spostando il focus sul tennis. Abbiamo provato a stilare una sorta di lista dei requisiti che dovrebbero appartenere al migliore di sempre finendo con l’accogliere ulteriori domande. The GOAT è il giocatore più vincente della storia? Oppure è quello che ha dominato per maggior tempo? E, se invece, fosse quello che, pur per una breve parentesi, ha toccato vette di rendimento sconosciute agli altri? O forse il più grande di sempre è da ricercare ex post vedendo quanti epigoni nelle generazioni successive sono stati ispirati dal suo stile? La saggezza induce a credere che per stabilire chi sia il più grande di tutti i tempi si debba considerare la combinazione di questi fattori dosandone la pertinenza e la rilevanza. Abbiamo condotto questa ricerca cercando di sbarazzarci di ogni pregiudizio: non siamo partiti da una tesi precostituita per cercare elementi che avvalorassero la teoria iniziale perché, come avvisava Mark Twain: “La gente solitamente usa le statistiche e i dati come un ubriaco usa i lampioni: più per sostegno che per illuminazione”. Abbiamo, invece, preferito procedere per deduzione. In una sorta di gioco ad eliminazione, abbiamo immaginato che tutti i giganti della racchetta si sedessero e venissero esaminati in base al proprio “curriculum” per poi verificare chi presentasse i requisiti necessari per issarsi a GOAT. E, ovviamente, punto per punto abbiamo operato il raffronto con Roger Federer. Questo lavoro non si propone di essere una delle tante biografie dello svizzero (ne sono state scritte di accuratissime) né un omaggio alle lodi tecniche (è sufficiente navigare sul web per incappare in un’infinità di video celebrativi, clip e raccolte pronte a custodirne memoria per i posteri). E neppure scomoderemo la religione, la fede e altre esperienze mistiche come hanno fatto autori molto più elevati e prestigiosi. Abbiamo cercato di analizzare oggettivamente le variabili, procedendo per esclusione: campione dopo campione, fuoriclasse dopo fuoriclasse, vincente dopo vincente. E alla fine della nostra rassegna, siamo giunti di fronte a un ultimo interrogativo: “Ma se non è Federer il miglior tennista di sempre, allora chi?”

Giunti a questo punto del percorso, immaginiamo che tutti i grandi della racchetta siano seduti a un tavolo e che una voce imponga a chiunque non rispetti tutti i criteri di assegnazione del Goat, di abbandonare il proprio posto. Lo sappiamo, è anche la stessa trafila di eliminazione dei reality televisivi, ma l’immagine della tavola è più suggestiva richiamando qualcosa di ancestrale. Abbiamo escluso chi non ha vinto abbastanza (McEnroe, Gonzales) o che non ha vinto su ogni superficie (Lendl,Sampras), chi per problemi fisici o per mancanza di tenuta caratteriale non ha dominato per un tempo sufficiente o (Borg, Hoad, Kramer), chi si è mantenuto sull’eccellenza senza però mai sovrastare i rivali (Connors, Rosewall, Budge, Agassi, Becker, Edberg), chi ha avuto comportamenti non consoni a farlo considerare l’emblema del tennis (Tilden). A malincuore abbiamo dovuto scartare anche i talenti inespressi della racchetta, gente che avrebbe potuto scrivere pagine straordinarie ma ha preferito tenere il tappo ben sigillato sulla penna. Gente come Diego Nargiso che dopo la convocazione come singolarista in Davis nel 1990, alla vigilia del match con l’Austria rassicurò tutti con un deciso: “So come si batte Skoff”, ma poi preferì non svelare il segreto perdendo con un agghiacciante 0-6, 0-6, 2-6. Abbiamo sospeso il giudizio su chi ha ancora spazio per accrescere il proprio palmares pur apparendo ancora lontano dal GOAT (Djokovic) e abbiamo esaminato con cura tutti i risvolti del maggior rivale contemporaneo di Federer osservando come rimanga un gradino sotto (Nadal). È emerso come i principali contendenti al Goat siano Roger Federer e Rod Lever e, seppur per un incollatura, i numeri premiano lo svizzero. Questa un’ipotetica classifica tracciata secondo i nostri parametri: 1. Roger Federer 2. Rod Laver 3. Bill Tilden 4. Rafael Nadal 5. Bjorn Borg * Novak Djokovic (Il serbo è ampiamente in grado di entrare nella top five se saprà arricchire ancora il proprio palmares allungando il proprio regno


17 motivi semiseri per cui Federer è il Goat




  1. Perché se gli inglesi possono considerare come un loro rappresentante Andy Murray che è scozzese di Glasgow, non si capisce perché noi non possiamo considerare Federer come italianissimo.
  2. Perché se uno a 17 anni si tinge i capelli di un imbarazzante biondo ossigenato cantando a squarciagola le canzoni dei Backstreet Boys e poi diventa un esempio di stile dentro e fuori dal campo, allora vuol dire che dalla tamarraggine si può guarire.
  3. Perché lo abbiamo visto correre sulla torrida terra di Parigi, Roma e Madrid, saltellare sui prati di Londra, vincere sul cemento australiano, combattere per cinque ore sul suolo di New York, essere protagonista di iniziative benefiche in Malawi indossando una maglia a maniche lunghe e non ha mai sudato. Mai.
  4. Perché ha battuto tutti i record e tutti gli avversari. Ma lo ha fatto con una tale eleganza che nessuno ha mai potuto avercela con lui.
  5. Perché per quanti titoli abbia vinto e per quanti ne vincerà, rimarrà sempre l’evidenza che il primo titolo lo ha conquistato a Milano.
  6. Perché se l’Italia di Coppa Davis non fosse stata così educata da farsi battere dalla Svizzera che mandava in campo un Federer ancora minorenne nel 1999, magari il tennis avrebbe avuto un’altra storia
  7. Perché l’Italia di Coppa Davis è rimasta educata anche nel 2009 e nel 2014 facendosi in entrambi i casi strapazzare dalla Svizzera guidata da Federer divenuto nel frattempo maggiorenne e numero uno del mondo.
  8.  Perché dovunque abbia giocato dopo pochi punti tutti gli spettatori hanno cominciato a tifare per lui, tranne i parenti dell’avversario. E verso fine partita, anche i parenti dell’avversario erano indecisi.
  9. Perché persino il suo acerrimo rivale, Rafael Nadal, che lo ha battuto una volta sì e l’altra pure, ha assicurato che “Federer è il più grande giocatore di sempre”.
  10. Perché ama talmente l’Italia da perdere contro Gianluca Pozzi, Andreas Seppi e Filippo Volandri che su quelle vittorie ci hanno costruito la carriera e tutto il post-carriera vantandosi come fa un adolescente con gli amici in vacanza dopo aver avuto il numero di telefono della ragazza più bella della spiaggia.
  11. Perché prima si scriveva dei tennisti per raccontare il tennis. E invece con Federer sono state scomodate “esperienze mistiche”, raffronti filosofici, richiami heideggeriani e gli è stato chiesto in conferenza stampa cosa pensasse di Freud. E dato che a parole non ha regalato perle degne di Platone o Socrate, è stato pubblicato il libro “I silenzi di Federer” spacciandolo per trattato psicologico.
  12. Perché dopo aver visto come si coordina per colpire la palla nella volèe di rovescio, ti chiedi: “Ma se lui gioca a tennis, gli altri cialtroni con una racchetta in mano, che sport fanno?”
  13. Perché quando a 13 anni è stato ammesso a un programma di crescita per giovani tennisti elvetici, il rapporto recitava: “Non presenta gravi carenze”. Gli stessi esaminatori svizzeri stanno ancora aspettando di trovarne uno bravo per davvero…
  14. Perché se scrivi un libro su Federer, puoi passare ore a riguardare le sue partite, a leggere le sue interviste e vedere alla slow motion i suoi colpi giustificandoti con gli altri dicendo che ti stai documentando per lavoro.
  15. Perché qualcuno potrà dire che in passato c’è stato qualcuno più forte di Federer e non si può escludere che in un futuro più o meno prossimo ci sarà un giocatore più grande di lui, ma siamo certi che né in passato c’è stato né in futuro ci sarà qualcuno che giocherà come lui.
  16. Perché se a lui hanno chiesto di fare il testimonial per la marca più lussuosa di orologi e per lo champagne più chic mentre a Nadal è toccato lo shampoo antiforfora, un motivo ci sarà.
  17. Perché se come affermava Arthur Ashe i vincenti sono quelli che collezionano i trofei mentre i campioni sono quelli che lasciano il proprio sport in condizioni migliori di come lo hanno trovato, bisogna essere tutti grati a Federer perché è stato il più vincente dei vincenti e il più campione dei campioni

Nessun commento:

Posta un commento